L’imposta di successione è un’imposta indiretta che gli eredi che vengono in possesso dell’eredità del defunto (il de cuius) devono allo Stato. Si tratta di una tassa che si calcola dopo aver sommato tutti i beni del de cuius in modo da poter calcolare l’ammontare totale dell’eredità. Nel calcolo sono compresi non soltanto i beni immobili (abitazioni) e mobili ma anche i titoli, le partecipazioni, i crediti e qualunque altra proprietà sia appartenuta al defunto. Una volta ottenuto il valore del patrimonio si può calcolare l’ammontare delle imposte di successione.
L’imposta sulle successioni e sulle donazioni si applica a tutte le eredità e alle donazioni tra vivi, applicando un’aliquota che dipende dal grado di parentela tra chi effettua la donazione e chi la riceve. Ci sono anche delle franchigie, cioè delle cifre al di sotto delle quali non si paga nessuna imposta. Ad esempio, per eredità che passano di padre in figlio, o da marito a moglie, o ai nipoti di primo grado, l’aliquota ammonta al 4% del valore ricevuto, ma ogni beneficiario ha diritto a una franchigia da 1 milione di euro. Ciò significa che, se il valore della donazione che riceve è inferiore a un milione di euro non deve pagare nessuna tassa. Le eredità che passano da fratello a fratello, o sorelle, l’aliquota è pari al 6%, con una franchigia per ciascun beneficiario pari a 100.000 euro; infine per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado l’aliquota è sempre pari al 6% ma non si applica nessuna franchigia. Per donazioni a tutti gli altri soggetti, l’aliquota è pari all’8% e anche in questo caso non ci sono franchigie.
Come stabilito dal D.Lgs. n. 346/90, i soggetti che hanno obbligo di presentare la dichiarazione di successione sono gli eredi, i chiamati all’eredità, i legatari, gli amministratori dell’eredità, i curatori dell’eredità, l’esecutore testamentario, i trust. Se, in relazione a una stessa eredità, ci sono più soggetti che ereditano, la dichiarazione di successione può essere presentata anche da uno solo di essi. La tassa di successione si paga alla Posta, in Banca o presso altri agenti di riscossione tramite il Modello F24 allegato alla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.
Sono considerate esenti dall’imposta alcune tipologie di beni che non rientrano nel valore complessivo dell’eredità o della donazione. Si tratta dei titoli di stato italiani e di altri paesi Ue; delle aziende, i rami di azienda o le quote di controllo in società di capitali, se i parenti in linea retta o il coniuge proseguono nell’esercizio dell’attività per un periodo di almeno cinque anni dalla data del trasferimento; il TFR e le prestazioni erogate dai fondi di previdenza complementare; le automobili e le polizze vita. Per quanto riguarda le automobili, la legge non prevede che si paghi un’imposta di successione però è obbligatorio, entro 60 giorni di tempo, registrare la nuova intestazione dell’automobile e fare il passaggio di proprietà. Nel caso in cui l’automobile di un defunto avesse il bollo in scadenza, il pagamento di quest’ultimo spetta a tutti gli eredi insieme e non soltanto a chi si intesterà il veicolo. Una volta che viene perfezionato il passaggio di proprietà del veicolo, a quel punto il bollo sarà a carico del nuovo intestatario.
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