Il rimborso spese funerario, è in realtà l’assegno funerario cioè un contributo erogato dall’INAIL, che spetta ai familiari superstiti di un lavoratore morto a causa di un infortunio sul lavoro oppure a causa di una malattia professionale. I familiari potranno ricevere il rimborso spese funerarie nel caso in cui abbiano dovuto sostenere le spese legate alla morte di quest’ultimo ma anche nei casi in cui siano abbiano dovuto sostenere altre spese legate alla morte di un lavoratore.
L’avente diritto al rimborso per le spese del funerale è in primo luogo il coniuge, anche unito civilmente, oppure i figli se il coniuge non c’è, oppure altri collaterali, parenti a vario grado, se hanno i requisiti per fruire della rendita a superstite. Se non esiste un avente diritto, l’INAIL può comunque erogare l’assegno a chiunque sia in grado di dimostrare di aver sostenuto le spese del funerale del lavoratore. L’assegno funerario può essere erogato una tantum, cioè una solta volta, ed esclusivamente come contributo per il pagamento delle spese del funerale. Ogni anno, a partire dall’1 luglio, il valore di questo assegno viene ricalcolato con un decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sulla base della variazione effettiva dei prezzi al consumo. Come si legge sul sito dell’INAIL, a partire dall’1 luglio 2022, nei settori industria e agricoltura l’importo dell’assegno una tantum per i superstiti è fissato nella misura di euro 10.742,76. La prestazione non è soggetta a tassazione Irpef. Come ancora riportato sul sito dell’Inail, per gli addetti alla navigazione marittima e alla pesca marittima l’assegno non può essere comunque inferiore ad una mensilità di retribuzione. Chiunque sia interessato a richiederlo può inoltrare richiesta alla sede competente in base al domicilio del lavoratore deceduto tramite accesso diretto allo sportello della sede competente, posta ordinaria, Pec, patronato.
L’“assegno funerario INPS” spetta a tutti i pensionati INPS e può essere richiesto direttamente dall’ex dipendente all’INPS entro un mese dalla cessazione dal servizio (pena perdita del diritto), tramite CAF/Patronato o rivolgendosi al servizio di contact center dell’Inps, oppure in modalità telematica. Quello che viene comunemente chiamato assegno funerario è in realtà un’“assicurazione sociale vita”, cioè un trattamento assistenziale gestito dall’Inps che comporta per l’azienda il versamento di un contributo complessivo pari allo 0,12% della retribuzione imponibile Inps (di cui 0,027% trattenuto al dipendente). Sul sito dell’INPS, si legge che il beneficio è riservato ai dipendenti di enti di diritto pubblico, economici e non, per i quali l’iscrizione all’Assicurazione Sociale Vita è obbligatoria. Il diritto alla prestazione si acquisisce solo dopo 180 giorni di assicurazione ed è escluso il personale statale. Dal 2013 il pagamento del contributo avviene tramite trattenuta annuale effettuata dall’INPS sulla rata di settembre della pensione diretta di maggior importo. Il funzionamento è semplice: in caso di morte dell’iscritto con persone di famiglia a carico l’INPS eroga 1 mensilità lorda della retribuzione imponibile Inps del deceduto per ogni persona a carico con un minimo di 2 mensilità a favore degli eredi. L’assegno funerario Inps viene erogato a favore del coniuge, o della persona unita civilmente superstite, in mancanza del coniuge viene erogato a favore dei figli e, ove minorenni, del loro legale rappresentante. In mancanza del coniuge e dei figli spetta ai genitori, e se non ci sono neanche questi ultimi spetta ai fratelli a carico, oppure a chi ha sostenuto le spese funerarie nel caso in cui l’iscritto non abbia familiari a carico al momento del decesso.
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