L’ossario cimiteriale, detto anche ossario comune, è una zona all’interno del cimitero, generalmente un vano ipogeo costruito in mattoni o cemento armato, nel quale vengono gettate in modo indistinto le ossa provenienti da esumazioni o estumulazioni le cui concessioni erano scadute, oppure nel caso in cui non ci siano più familiari, discendenti o persone che vogliano occuparsi della loro custodia. Esistono ossari di tipo monumentale, presenti ad esempio all’interno dei cimiteri di guerra, e cappelle ossario che invece sono edifici molto somiglianti a una cappella che contengono al loro interno una botola, di piccole dimensioni, dalla quale si accede al vano ipogeo. Questo tipo di edificio religioso veniva costruito appositamente per inumare i fedeli nel periodo storico precedente alla creazione dei grandi cimiteri monumentali.
Secondo l’art. 67 del Regolamento di Polizia Mortuaria, l’ossario è “un manufatto destinato a raccogliere le ossa provenienti dalle esumazioni o che si trovino nelle condizioni previste dal comma 5 dell’art. 86 e non richieste dai familiari per altra destinazione nel cimitero. L’ossario deve essere costruito in modo che le ossa siano sottratte alla vista del pubblico”. La legge prevede che l’ossario sia rigorosamente inaccessibile al pubblico ma la sua presenza può essere segnalata al pubblico da una croce o da una iscrizione. Infatti, essendo pur sempre una sepoltura collettiva di resti mortali deve essere possibile per i visitatori esprimere un gesto di pietà e venerazione e quindi è concesso collocare fiori e oggetti votivi; in alcuni casi, se l’ossario si trova in una cappella, vi è accanto un monumento o un altare per poter officiare la Santa Messa.
Dopo un certo numero di anni è possibile che un ossario di un cimitero possa riempirsi al punto da diventare saturo. In questo caso il Comune di pertinenza provvederà ad un ampliamento dell’ossario esistente oppure alla costruzione di un’altra struttura. È anche possibile che si preveda uno svuotamento dell’ossario preesistente, anche parziale, tramite la calcinazione delle ossa contenute, con la cremazione, secondo le norme previste dal regolamento di polizia mortuaria. Le ceneri ottenute dalla cremazione delle ossa saranno poi disperse in cinerario comune dove rimarranno per sempre.
Dopo le guerre d’indipendenza del Risorgimento si diffuse in Italia la celebrazione e la memoria dei caduti in guerra. Il nuovo Stato unitario si astenne dal celebrare il culto dei caduti e lasciò ogni iniziativa alle associazioni di veterani, ai comitati spontanei, alle società private, che si dedicarono a promuovere la costruzione dei primi ossari monumentali, che dovevano celebrare le guerre d’indipendenza: tra il 1866 e il 1906 ne furono costruiti circa 40. Molti altri ossari comuni e monumenti commemorativi furono costruiti per onorare la memoria dei caduti italiani della prima e della seconda guerra mondiale. La preferenza di custodire i resti dei soldati morti nelle guerre d’indipendenza negli ossari invece che nei cimiteri di guerra era legata al fatto che la pratica della sepoltura individuale in appositi cimiteri militari non era ancora diffusa in Europa e nemmeno in Italia, ma anche al fatto che la società italiana dell’epoca era ancora rigorosamente classista, e in una tale società non c’era posto per un culto che esaltasse la memoria del soldato comune.
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