Nella liturgia cattolica, l’omelia è quel momento della messa che prevede l’esposizione e il commento di passi della Bibbia, che in genere provengono dal Vangelo della messa del giorno, ma più in generale si può parlare di omelia anche riferendosi ad altre letture della messa, fatte dal celebrante subito dopo il Vangelo, come parte integrante della liturgia della parola che è un momento obbligatorio la domenica e nelle feste di precetto. Più in generale, l’omelia è un discorso – volendo anche una predica – che può essere enunciato da chiunque in un’occasione pubblica.
Durante una celebrazione funebre, che è a tutti gli effetti una particolare tipologia di messa, il Sacerdote legge e commenta un passo della Bibbia per confortare i presenti nella speranza della resurrezione, per dare sollievo al dolore del momento con parole che rinsaldino la fede dei presenti. In alcune circostanze particolari, quando il rituale della messa è concluso, un parente intimo del defunto può intervenire leggendo un testo scritto personalmente che abbia lo scopo di ricordare il defunto, il suo carattere, episodi importanti della sua vita, l’importanza che aveva la sua presenza nella famiglia delle persone che lo hanno amato in vita. Il testo dell’omelia dovrebbe essere semplice e discorsivo ma deve tenere conto del luogo e della circostanza nella quale viene pronunciato.
Essendo parte della messa, l’omelia viene preparata e declamata dal sacerdote. Solo in un secondo momento, e solo se è stato precedentemente concordato, un parente intimo del defunto può prendersi qualche minuto per leggere qualche riga o dire qualcosa sul defunto. Può anche capitare che il sacerdote, prima del funerale, faccia una breve chiacchierata con la famiglia del defunto per farsi raccontare alcuni particolari della sua vita e in questo modo confezionare un discorso che sia veramente un modo per ricordare il defunto con dettagli personali. Se il defunto era parte integrante della comunità della Chiesa, la frequentava assiduamente ed era conosciuto dal prete, sarà per lui ancora più semplice ricordarlo a tutta l’assemblea. È importante ricordare che lo scopo dell’omelia non è il ricordo e la celebrazione della vita del defunto, quello sarebbe un elogio funebre e non andrebbe pronunciato in chiesa ma in altre sedi. Lo scopo dell’omelia è soltanto accompagnare e incoraggiare i credenti e sostenerli nel momento della perdita di una persona cara. Durante l’omelia, quindi, non è previsto che si vantino i successi ottenuti in vita, le buone azioni o le preferenze del defunto. Invece, ciò che è importante è affidare il defunto a Dio nelle preghiere di tutta la comunità e dei suoi parenti, e anche ricordare a tutti che in Dio c’è consolazione anche per un dolore grande come un lutto, e che la famiglia può avere nella comunità dei fedeli un sostegno solidale nel momento del dolore.
Ci sono dei particolari casi in cui l’omelia può assumere una struttura fuori dal comune. Ad esempio, quando a morire è una personalità molto nota, un famoso, un politico, i preti possono inserire all’interno dell’omelia un ricordo del defunto tralasciando per un attimo le regole. Anche una morte improvvisa, che è un momento di shock per la famiglia che la subisce, può essere l’occasione per lasciarsi andare a un ricordo del defunto più libero e sentito.
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