La mineralizzazione del cadavere avviene per azione di microrganismi che per svilupparsi hanno bisogno di un particolare habitat. La mineralizzazione delle salme è uno dei compiti principali di chi gestisce cimiteri, in quanto deve essere assicurato che tutte le salme, inumate o tumulate, si trasformino in ossa (che è appunto il processo di mineralizzazione) nel pieno rispetto delle leggi locali e senza determinare alcun pericolo per la salute pubblica.
Quando si parla di mineralizzazione si fa riferimento a un processo di trasformazione di un cadavere che avviene per effetto dell’ossidazione, ossia di un processo che verifica grazie agli scambi di ossigeno che si hanno all’interno del terreno. Più scambio di ossigeno c’è e più veloce sarà il processo di mineralizzazione. Per questo motivo si tende a distinguere i processi trasformativi in lenti (con il seppellimento in terra o la tumulazione in loculo aerato fino ad avere delle ossa) e lentissimi (con il seppellimento in loculo stagno, con il risultato di avere delle ossa e, spesso, una corificazione).
Per consentire alle salme di avere un processo di mineralizzazione relativamente breve, si cercano suoli particolarmente adatti (sciolti, porosi, con poca umidità). Se ciò non è possibile si cerca di migliorare artificialmente il terreno dei cimiteri attraverso la creazione di scoli di acque superficiali, o con riporto di terreni che posseggono le giuste caratteristiche, oppure ancora aggiungendo sostanze biodegradanti e humus. Anche il piano di posa della bara ha la sua importanza in quanto se non è molto profondo ci sarà più scambio di ossigeno con l’atmosfera e quindi si creerà un migliore ambiente per le trasformazioni batteriche. Determinante è anche la temperatura del suolo.
L’estumulazione è prevista dalla legge per consentire di liberare spazio nei cimiteri per nuove sepolture. Secondo la legge una sepoltura non può essere estumulata prima che siano trascorsi 10 anni. Questo lasso di tempo è considerato sufficientemente lungo da garantire che il processo di mineralizzazione delle salme produca i suoi effetti, anche se parziali. In questo modo, nell’evenienza di dover aprire il sepolcro, si riducono notevolmente i rischi igienico-sanitari per gli addetti ai lavori e per chiunque fosse presente all’estumulazione. Trascorsi dieci anni infatti è altamente probabile che aprendo il feretro si trovi un corpo scheletrizzato. Le ossa, a questo punto, possono essere custodite in un alloggio più piccolo oppure nell’ossario comune. Nel caso in cui, dopo l’esumazione, si constati che la salma non sia completamente mineralizzata, il Regolamento di Polizia Mortuaria stabilisce che il periodo di inumazione debba essere prolungato secondo le disposizioni del Ministero della Sanità. Decorso questo ulteriore termine, se si dovesse ancora trovare una salma non completamente mineralizzata, il Ministero della Sanità può disporre la correzione della struttura fisica del cimitero o addirittura il suo trasferimento. Se invece si dovesse accertare che in un particolare cimitero la mineralizzazione dei cadaveri avviene in un tempo più breve, il Ministro può autorizzare l’accelerazione del turno di rotazione che comunque non può essere inferiore a 5 anni.
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