Cremazione etimologia e significato - Exequia
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Cremazione etimologia e significato

14/06/2023
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Il termine cremazione indica la riduzione in cenere di un corpo, infatti il suo sinonimo è incinerazione. Il termine deriva dal latino, crematio, -onis, che vuol dire incendio ed è una parola che in epoca romana veniva utilizzata per indicare un incendio e che in senso più esteso vuol dire bruciare, ridurre in cenere, infatti nel periodo della Santa Inquisizione si usava la dicitura “vivi crematio” per indicare la messa al rogo di una persona accusata di eresia. Oggi il termine cremazione si utilizza esclusivamente in ambito funebre per riferirsi a chi appunto viene cremato, invece che essere sepolto o tumulato.

Anche in altre lingue europee esistono parole simili per riferirsi alla cremazione. In francese, ad esempio, la parola per cremazione è incinération. In spagnolo il termine è cremación, dal quale deriva il verbo quemar, che vuol dire bruciare. Quello della cremazione è un rito molto antico e praticato sia dai Greci che dai Romani. Tutt’ora è praticato in molte parti del mondo e per molte religioni bruciare le salme è un momento fondamentale del rito funebre, ad esempio per le popolazioni di religione buddista e brahmanica. La cremazione è molto diffusa anche in Giappone, dove le ceneri vengono disperse solitamente in acqua o in altri luoghi suggestivi o panoramici.

Tipi di cremazione

Esistono tre tipi di cremazione: la cremazione immediata, la cremazione postuma e la cremazione obbligata. La cremazione immediata avviene subito dopo la cerimonia funebre ed è l’alternativa alla sepoltura tradizionale. Un defunto può essere cremato soltanto se è stato lui stesso a dare indicazioni in tal senso quando era in vita, oppure se i parenti più stretti sono tutti d’accordo. È l’agenzia funebre ad occuparsi della cremazione e sono i parenti a pagare tutte le spese. Se i parenti sono indigenti, e non possono pagare, il Comune può sostenere le spese al loro posto.

La cremazione postuma è invece quella che avviene a distanza di tempo dalla morte di una persona, ad esempio se alla scadenza della concessione per il loculo i parenti vogliono che i resti mortali del loro caro siano ridotti in cenere invece che traslati in una celletta più piccola. Anche questa pratica ha un suo costo che è a carico di chi richiede il servizio.

La cremazione obbligata invece è quella che riguarda defunti affetti da pericolose malattie infettive o morti durante un’epidemia, o che avevano una condizione di salute tale da comportare il rischio di contagiare altre persone. Specialmente se esiste un serio rischio per la salute pubblica, è l’Autorità Sanitaria a prendersi carico delle spese per la cremazione.

Infine esiste un’ultima tipologia di cremazione: la cremazione in disinteresse, che avviene quando ci siano defunti che non hanno parenti fino al sesto grado o che non hanno parenti che vogliamo o possano esercitare il diritto di disposizione sul resto mortale. La spesa per la cremazione in questo caso è a carico del Comune.

Conservazione delle ceneri dopo la cremazione

Le ceneri si possono conservare in apposite zone dei cimiteri all’interno delle urne cinerarie. Nei cimiteri esistono aree create appositamente per consentire la dispersione delle ceneri, ma in molti comuni è anche consentito che la dispersione avvenga in natura, solo previa autorizzazione, perché lo spargimento delle ceneri non deve creare danni all’ambiente o alle falde acquifere. Dal 2001, la legge civile italiana prevede che le ceneri si possano conservare a casa. In questo caso devono essere registrate indicando il luogo dove vengono conservate e l’autorità amministrativa deve essere messa al corrente in caso di trasferimento.

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