Un necrologio è un annuncio funebre che si pubblica su giornali e riviste, oppure un breve discorso pronunciato o scritto in onore o in commemorazione di un defunto, che viene recitato durante le esequie funebri religiose o laiche. In un necrologio si legge un messaggio dedicato alla persona che non c’è più, ma devono anche essere presenti le generalità del defunto, e in qualche caso anche una piccola biografia. Per rendere omaggio al defunto, nel necrologio la famiglia e gli amici più cari possono rivolgere un pensiero a colui che è venuto a mancare in forma pubblica, in modo che più gente possibile possa venire a conoscenza della morte e magari manifestare vicinanza alla famiglia.
Il necrologio non va confuso con il manifesto funebre, che invece sarebbe quel cartello che si può trovare appeso per strada, preferibilmente nei pressi dell’abitazione del defunto, e che reca le informazioni sulla morte di qualcuno, insieme alle informazioni sulle esequie funebri o sulle messe in suffragio. In quel caso bisogna parlare più appropriatamente di manifesti funebri, e di questi si occupano di solito le agenzie funebri che possono suggerire alla famiglia il format più adatto e la frase migliore da utilizzare per scriverlo.
La pratica della scrittura del necrologio è molto antica. Nella Roma antica era comune scrivere epigrafi e recitare discorsi ed elogi funebri in occasione della morte di grandi personalità. Con l’avvento della stampa si iniziarono a scrivere necrologi che venivano riportati esclusivamente sul registro dei defunti delle chiese o delle comunità religiose. Questi primordiali necrologi riportavano soltanto la data di nascita e di morte e la causa del decesso in quanto il loro unico scopo era tenere traccia, brevemente, delle informazioni essenziali sui defunti. Il necrologio come lo conosciamo adesso ha una storia molto più recente. Nel XIX secolo infatti l’editore inglese John Thadeus, che lavorava per il giornale Times, iniziò ad ampliare i necrologi pubblicati sul suo giornale con altre informazioni che riguardavano la vita del defunto, accompagnate da foto. L’iniziativa ebbe molto successo tanto che nel XX secolo la rivista The Economist iniziò a dedicare una intera pagina a settimana ai necrologi, con informazioni dettagliate sui deceduti.
Oggi è facile notare i necrologi prendere anche molto spazio sui giornali, che sono diventati il luogo ideale in cui dare un pubblico annuncio della morte di qualcuno. La famiglia paga il giornale per occupare una pagina e in questo modo annunciare a tutti la morte del caro e onorare la sua memoria, celebrando il suo ricordo in uno spazio pubblico che potenzialmente può raggiungere un numero altissimo di persone. I maggiori giornali chiedono cifre molto elevate per inserire un necrologio, che variano a seconda della grandezza del testo. Il necrologio è diventato per questo aspetto simile alle inserzioni pubblicitarie. Quando si tratta di personaggi famosi il necrologio sui giornali assume la forma di un vero e proprio articolo; se invece si tratta di persone comuni, che pagano per avere un’inserzione, il necrologio è un testo breve e asciutto nel quale si comunica la morte di una persona, le date, un pensiero breve da parte della famiglia.
Nei quotidiani anglosassoni è molto comune leggere necrologi sui giornali, e le persone più note hanno diritto a un vero e proprio articolo nel quale si racconta la vita del defunto e si mostrano le sue foto. Sono articoli chiamati obituaries.
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