Catalessi morte apparente: casi clinici o leggendari? - Exequia
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Catalessi morte apparente: casi clinici o leggendari?

02/11/2022
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La catalessi è un fenomeno psicomotorio in cui il soggetto mantiene per un tempo indefinito la stessa posizione, restando immobile e insensibile agli stimoli provenienti dall’esterno, ma senza perdere completamente la coscienza. Durante la catalessi i muscoli del tronco, degli arti e del volto si irrigidiscono e ogni tentativo di modificare la postura del paziente è difficile in quanto si scontra con fenomeni di resistenza o l’assunzione di una nuova posizione. La catalessi, che può durare anche settimane, vede anche un indebolimento dell’attività respiratoria e cardiaca, la sensibilità è ottusa e i riflessi tendinei, a volte, sono deboli. Quando lo stato catalettico cessa spontaneamente o con manovre adatte, alcuni soggetti raccontano di essere stati in grado di sentire tutto quello che accadeva intorno a loro, ma di non essere stati capaci di muoversi né di parlare; altri dicono di non ricordare nulla.

La catalessi viene chiamata popolarmente “morte apparente” in quanto si tratta di una forma di malattia che privando temporaneamente della contrattilità volontaria dei muscoli, rende il corpo del malato completamente rigido, oppure come fosse fatto di cera molle cioè in grado si assumere qualsiasi postura gli venga imposta. È facile quindi comprendere il motivo per cui sono così frequenti i racconti di morte apparente, altrimenti inspiegabili, nei quali i pazienti sembrano deceduti tanto che si organizza pure il loro funerale, ma in realtà sono soltanto immobili ma possono sentire tutto quello che gli accade attorno.

Casi famosi di morte apparente

Stando alla cronaca, la morte apparente non è un fenomeno tanto raro. Alcune storie di morti apparenti sono infatti diventate molto note. Una di queste è la storia di una donna malata di cancro che, nel 2014 in Grecia, venne ritenuta morta dai medici e poi seppellita. Dopo qualche ora i custodi del cimitero hanno udito le sue urla provenire dalla bara ma quando sono arrivati per aprirla la donna era già morta per asfissia. Una donna inglese, nel 1952, ha vissuto un’esperienza simile. A causa di una probabile narcolessia o catalessi, la signora è sembrata morta per ben tre volte, ed è stata portata in obitorio e dichiarata morta, salvo poi ritornare a vivere dopo qualche ora e molto spavento. Tra il 2011 e il 2012 una donna russa è caduta in stato di morte apparente per ben due volte, risvegliandosi appena prima dell’autopsia. Infine un altro caso, quello dell’uomo sudafricano che si è risvegliato in obitorio dopo 21 ore di morte apparente. Ha iniziato ad urlare ed è stato soccorso dal personale medico che ha subito chiamato la polizia. L’uomo è poi sopravvissuto.

Morte apparente, quanto può durare?

Proprio per evitare errori come quelli che abbiamo raccontato, il medico legale in tutti i casi di decesso accerta la morte soltanto dopo 48 ore di osservazione per poter affermare con certezza che la persona è realmente deceduta. Gli studi confermano che superato questo limite è praticamente impossibile risvegliarsi da uno stato di morte apparente e quindi si tratta di un vero decesso. Dunque, anche se non si può avere la massima sicurezza scientifica su quanto può durare la morte apparente, gli scienziati sono concordi nell’affermare che dopo 48 ore la morte non si può più considerare apparente.

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