La parola becchino indica coloro che svolgono il mestiere di seppellire i morti e più in generale gli addetti delle pompe funebri. L’origine di questa parola proviene dalla biologia, infatti in natura si definiscono becchini dei particolari insetti coleotteri che depongono le proprie uova sulle carogne di topi e altri piccoli animali.
Sul dizionario, la parola becchino ha molti sinonimi. Alcuni sono parole più eleganti, come necroforo, seppellitore, affossatore. Altri sinonimi sono invece più volgari, nel senso che appartengono al linguaggio popolare e a volte hanno anche un’accezione negativa o spregiativa, come ad esempio beccamorto o beccaccio. Un sinonimo meno conosciuto della parola becchino è la parola vespillone, cioè il termine che, nell’Antica Roma, era dato proprio ai becchini. Secondo il dizionario Treccani, i vespillones dell’Antica Roma erano coloro che si occupavano di trasportare e seppellire i cadaveri di persone di bassa condizione, i cui parenti erano troppo indigenti per poter pagare le spese del trasporto funebre. Vespillo era anche un antico cognome romano, probabilmente attribuito all’edile Lucrezio, noto per aver gettato il cadavere di Tiberio Gracco nel Tevere.
Necroforo è sicuramente il sinonimo più elegante della parola becchino. L’etimologia della parola necroforo è il greco antico, dalle parole nekró(s) che vuol dire “morto” e phor(eüs) che vuol dire “portatore”. Quindi letteralmente il necroforo è colui che porta i morti. Con questo termine si indicano gli addetti alle pombe funebri, e in generale chi lavora in cimitero e trasporta o seppellisce i morti e tutti i professionisti delle pompe funebri che si occupano di tutto un insieme di pratiche necessarie quando avviene il decesso di una persona. E non si tratta soltanto di portare il feretro al cimitero, o di seppellirlo, ma anche di tanti altri aspetti che riguardano l’organizzazione del funerale, la vestizione, l’allestimento di una camera ardente, ecc. Per esteso il necroforo può essere anche semplicemente chi è addetto alla vendita di arredi mortuari o all’affissione di manifesti funebri.
Storia della parola becchino
La storia della parola becchino è molto curiosa. Nell’antichità per accertare il decesso di una persona si adottavano metodi non esattamente scientifici, anche perché non c’era la conoscenza scientifica che abbiamo oggi né i mezzi tecnici che noi abbiamo a disposizione per essere certi dell’avvenuto decesso di una persona. Succedeva quindi che per accertare la morte di qualcuno si chiamasse una persona in casa che verificava la morte mordendo o pungendo il tallone del morto. Se il presunto morto non aveva alcuna reazione evidentemente era veramente morto. Non è certo che si tratti di una storia vera o di una leggenda metropolitana, o semplicemente di una spiegazione che affonda le sue radici nella tradizione che ha dato origine a questa parola.
Una spiegazione più realistica e storica invece è quella che fa risalire l’origine della parola becchino al verbo “beccare”, inteso come acchiappare o prendere. Le prime attestazioni della parola becchino risalgono infatti al 1348 e il 1353, anni della peste nera. In quel periodo c’erano sicuramente persone che andavano in giro ad “acchiappare”, cioè a prendere, i morti casa per casa per evitare la diffusione del contagio.